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Tradizioni Sarde: Il Carnevale di Tempio Pausania

Carnevale di Tempio Pausania

Se penso al mese di Febbraio non voglio in alcun modo associarlo al freddo, alla pioggia e alla neve, anche perché non sono un particolare amante delle temperature vicine allo zero. Per me e per gran parte degli italiani, Febbraio è il mese dedicato ad un evento antichissimo, da sempre atteso ed amato: il carnevale! E allora libero sfogo a scherzi, feste in maschera e ad un bel po’ di leggerezza, particolarmente utili per liberare un pochino la mente.

Come già detto, il carnevale ha origini molto lontane, specialmente quello sardo. Uno dei più importanti tra i tanti presenti nell’isola, più di ventuno, è il carnevale di Tempio Pausania, poco distante dalla Costa Smeralda e dall’incantevole Porto Rotondo.

La manifestazione popolare prevede canti e balli in costume lungo tutte le vie del centro ed ogni anno richiama l’interesse di migliaia di visitatori. Le maschere tipiche risalgono al mondo agropastorale, mentre i tradizionali balli appartengono al Settecento.

Ad ogni sfilata si avrà modo di conoscere i personaggi tradizionali in maschera, tra tutti Lu Traicogghju, dalle sembianze animalesche e demoniache, la Réula e lu Linzolu Cupaltatu, una figura femminile completamente avvolta in un lenzuolo e per questo irriconoscibile e disinibita.

Naturalmente compaiono anche maschere che hanno scritto la storia di questo carnevale, come ad esempio Garaoni, Sgiubbì o Pippinu Mazzittoni. L’ultimo personaggio che conclude la processione è Re Giorgio, il quale rappresenta il potere ed è attorniato e riverito dalla sua corte e dagli ambasciatori.

Grazie a questo mix di maschere, musiche e danze, il carnevale di Tempio Pausania risulta il più allegorico dell’isola, entrando di diritto nella prestigiosa Federazione Italiana Carnevali.

Nei giorni di carnevale hanno luogo quattro sfilate: il giovedì grasso, la domenica, il lunedì (sfilata dei bambini) e ovviamente il martedì grasso. La manifestazione si conclude con il rogo in piazza di Sua Maestà Re Giorgio (Ghjogliu Puntogliu), ammirato in religioso silenzio da migliaia di persone.

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